sabato 26 maggio 2012

La situazione è 
paradossale.
Ma sicuramente è
solo l'inizio.
E io dovrei smettere
di badarci.
Invece penso che
oggi mi farò
un altro buco
all'orecchio.

domenica 20 maggio 2012

Sappi che
qualsiasi cosa
tu creda di 
sapere su di me, 
è sbagliata.

domenica 13 maggio 2012

C'è quel minuto, quel brevissimo minuto che precede il risveglio, in cui sono ancora in uno stato a metà tra il sonno e la veglia. Ecco, in quel preciso istante il corpo è rilassato, la posizione in cui mi trovo è comoda, accogliente. Mi sento in pace con tutto, mi sento protetta. 
Ed è allora che penso di sentirmi appagata, che in fin dei conti vale la pena alzarsi da quel letto, che rimettersi in gioco forse non è del tutto tempo sprecato. Penso che no, non mi manca la mia vecchia vita, che tutto andrà per il meglio, che ce la sto facendo, sono a metà dell'opera ormai. Respiro profondamente, sbircio la luce che filtra dalla tapparella, mi stiracchio lievemente. 
E' tutto perfetto.
Poi però mi sveglio. 

lunedì 7 maggio 2012

Il Gulliver

Non resisti
E un po' stai male
Non parli più
In fondo c'era poco da ridere
Non parlerai più
Perfetto il giorno muore
E non ridi più
In fondo c'era poco da ridere
Ti troverai nuda
Non cresce più poesia
Dio mi tiene giù
Dio mi preme giù
Eppure riuscirò
Finchè c'eri tu
Finchè c'eri tu dal buio riuscirò
L'amore è oblio e annebbia gli occhi tuoi
E' assurdo ormai io annebbierò nei guai
Non cresce più poesia
e' chiaro che sei fuori di me
Macroonde
Quando il mare era blu e il cielo era blu
Macroonde
Puoi fregare gli dei, fregare gli dei
Macroonde
Se mi amassi di più non temerei più
Macroonde
Vivi immobile negli occhi miei
Giuro…immobile
E' come uno scivolo negli occhi miei
Resti immobile
e forse un giorno negli occhi miei
mi ritroverò
Percorri lo scivolo negli occhi miei
Io mi ritroverò
Per fregare gli dei, fregare gli dei
Macroonde
Quando il mare era blu e il cielo era blu
Macroonde
Per fregare gli dei, fregare gli dei
Macroonde
Se mi amassi di più non temerei più
Macroonde

domenica 6 maggio 2012

Everything is Illuminated.


La vita di Brod fu una lenta assimiliazione del fatto che il mondo non era per lei; che, quale ne fosse la ragione, non sarebbe mai stata nel contempo felice e sincera. Aveva la sensazione di tracimare, di produrre e accumulare sempre più amore dentro di sè. Ma senza mai scioglimento. Tavolo, incanto dell'elefante di avorio, cipolla, acconciatura, mollusco, Settimo Giorno, violenza, pellicina, melodramma, fossato, miele, sottocoppa...niente di tutto questo valeva a smuoverla. Si rivolgeva al suo mondo in onestà, alla ricerca di qualcosa che meritasse la quantità di amore che sapeva di avere dentro, ma a ogni cosa diceva: Non ti amo. Paletto di recinto marron-corteccia: Non ti amo. Poesia troppo lunga: Non ti amo. Cena nella scodella: Non ti amo. La fisica, l'idea di te, le tue leggi: Non ti amo. Nulla sembrava qualcosa di più di quello che era davvero. Tutto era semplicemente una cosa, impastoiata, da cima a fondo, nella propria cosalità.
 Se avessimo aperto una pagina a caso del suo diario - che deve aver serbato e serbato in ogni momento, con la paura non che venisse perduto o scoperto o letto, ma di imbattersi un giorno nella cosa che finalmente valesse la pena di scrivere e ricordare e scoprire che non aveva qualcosa su cui scrivere - avremmo trovato una qualche enunciazione del seguente sentimento: non sono innamorata
 E dunque si doveva accontentare dell'idea dell'amore - di amare il fatto di amare cose della cui esistenza non le importava affatto. L'amore in sè divenne oggetto del suo amore. Lei amava se stessa innamorata, amava amare l'amore come l'amore ama amare: ed era in grado, quindi, di riconciliarsi con un mondo tanto diverso da quello che avrebbe auspicato. Non era il mondo la grande menzogna salutare: lo era la sua volontà di renderlo bello e giusto, di vivere una vita già-avulsa in un mondo già-avulso da quello dove tutti gli altri sembrano esistere.

Down in a Hole

Oggi non esisto.
Oggi non sono in me.
Domani ricomincia la settimana.
Sei giorni per convincermi
che faccio parte di questo
mondo.
Sei giorni di interazioni, 
scambi, opinioni, fastidi e scadenze.
Infine smetto semplicemente di esistere.
Mi annullo da sola, mi rintano in questo
buco scuro che è la mia testa.